My Web Site

My Web Site
Troverete il frutto del mio lavoro! Cliccate sull'immagine!!!

mercoledì 17 ottobre 2007

Storia di una vita



La Data non è casuale. Questo breve racconto l'ho scritto davvero così tanti anni fa. E così ho deciso di metterlo nel blog, evitando volutamente eventuali ritocchi o correzzioni.


2 ott. 99
Guardava il suo passato come se fosse un film; la colpiva, ragionava, capiva.
Ma sul volto poche volte appariva un sorriso; lei, l’unica della sua razza ad essere tornata indietro, ad avere avuto un così forte amore verso la vita da cancellare il male.
Ah, quante volte I suoi amici avevano insistito per farla tornare da loro, quante volte il vacchio Io le si era presentato e lei non lo aveva cacciato, perchè era sicura, faceva parte del suo carattere, per questo era entrata a far parte dei “non morti”.
Ma ora che poteva girare il mondo sotto il sole, poteva avere una vita normale… Invecchiava, inevitabilmente, me era così affasciante vedere il proprio volto mutare nel tempo, assumere un’espressione adulta; la prima cosa che aveva fatto era stato tagliarsi I capelli così corti da sembrare un ragazzo. Dopo 150 anni con lo stesso taglio si era stufata. Ogni minima cosa fù per lei una riscoperta, dalla crescita lenta del capelli, alle piccole linee d’espressione sulla fronte.
Il mondo era cambiato dal 1846, lei c’era.
Quante cose le erano state negate: ora poteva innamorarsi senza uccidere nessuno, poteva finalmente diventare una donna. I suoi amici la vedevano cambiare, invecchiare giorno dopo giorno, dopo due anni cominciavano a rassegnarsi; le prime settimane avevano la certezza che sarebbe tornata di sua spontanea volontà a chiedergli di ritrasformarla, ma poi col passare dei mesi e degli anni questa loro sicuarezza cominciò a vaccillare. La speranza rimaneva, ma si faceva sempre più lontana.
Raramente ormai si facevano vedere, ma capitava che nel bel mezzo della notte si svegliasse trovando qualcuno di loro che l’osservava. Oppure quando durante la notte tornava a casa uno di loro le si affiancava, parlando del più e del meno. Non avrebbero potuto farle del male, ma erano vampiri, esseri capriccosi, come lo era stata lei del resto, lo sapeva, potevano farla tonare con loro! Avevano il potere, ma almeno finché si fosse dimostrata sicura di sè, declinando I loro inviti, non “invitandoli ad entrare”, poteva stare tranquilla, se avessero perduto ogni interesse nei suoi confronti magari si sarebbero dimenticati di lei e l’avrebbero lasciata in pace, oppure no…..non voleva pensarci. Un tempo “loro” la rispettavano; ma ora..chissà.
Ma questi pensieri facevano presto ad abbandonarla, con la luce del giorno, poteva stare tranquilla; la notte sarebbe stato stupido da parte loro darle fastidio, perdere in questo modo le poche ore notturne.
La vita poteva darle tanto; ma la magia della notte le era sempre fatale; quanto le bruciavano le labbra al di lui pensiero! Quanto palpitava il cuore; avrebbe voluto fermarlo, rallentarlo ma non poteva.
Finchè un gelido alito di vento la investì, investendo anche il ricordo di lui, gelando il suo cuore e tenendolo stretto in un acuta morsa di ghiaccio.
Questo riportò il suo sguardo alla sua vita passata, facendolo tornare vitreo come quello di una preziosa e sofferente bambola di porcellana.
Con I lunghi capelli neri lasciati cadere morbidi sulle spalle, il naso diritto e le labbra sottili, seduta di fronte ad una finestra dell’undicesimo piano della camera che aveva preso in affitto, maledicieva la sua sfortuna in amore, quell’amore che aveva cercato e rispettato, quel sentimento che, invece, si era preso gioco di lei; mentre un ruggito di rabbia cercava di farsi spazio nella sua gola, ci provava, oh se ci provava, ma non riusciva, non poteva, non voleva reprimerlo, reprimersi…pensò ai suoi amici, come non pensava loro da tanto, li vide per quello che erano, finchè percepì 2 trafitture nel labbro inferiore, I suoni cominciarono ad andarle incontro trascinandola in un vortice incontrollabile, e l’urlo esplose prima ed impolose poi.
Riprendendo coscienza si rese conto di essere lei pur non essendolo più e il terrore la invase.
In quel momento sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla, girandosi vide una figura che conosceva bene, gli occhi piansero perchè avevano lacrime, il cuore non potè farlo, ma ci provò ugualmente.
Si buttò strillando di rabbia e dolore nelle braccia del vampiro che l’accolse per la seconda volta.
“ben tornata Asha, ben tornata”-le disse
ma lei piangeva e più piangeva e peggio era,; aveva ceduto all’odio, ora pagava per questo, era tornata ad essere un vampiro.
Passarono le notti, e lei era sempre impegnata a scervellarsi su come era potuto accadere, ma era sicura, se era tornata indietro un volta perchè non una seconda?
All’alba ci provò, con rapidi passi si allontanò dal paese ed attese il sole, che non tardò a raggiungerla e ad invaderla; all’inizio le bruciò la pelle, ma pian piano il dolore parve acquietarsi.
Asha pensò fosse la fine di tutto- l’arrivo del manto tenebroso della morte e non oppose resistenza.
Qualche ora dopo sentìì vociferare, e si chiese se fosse la sua immaginazione; provo ad aprire gli occhi e riuscendovi si rese conto di essere tornata umana, cominciò a gridare dalla gioia, mentre le persone che l’avevano soccorsa si allontanarono spaventate.
Al calar del sole andò a trovare il suo creatore, all’esterno della sua abitazione mortale poteva percepire la presenza del non-morto; entrando si portò sul lato sinistro della bara, e quando questo l’apri e la vide, lei con un sorriso non meno malefico di quello di un vampiro gli disse: sono io la più forte!
“non sei la più forte; tu sei la perfetta fusione “
Asha lo guardò stupita; il vampiro riprese: “ il tuo io vampiro è nascosto dentro un corpo umano, sei immortale cara mia, I tuoi denti, il tuo sguardo lo tradiscono il tuoi io vero. Sei sopravvisuta al sole, perchè era frutto della tua immaginazione, un illusione.” Guardati, sei un vampiro. Era vero, e non lo era, di giorno le parole dell’immortale non valevano. Ma come poteva essere vampiro di notte e mortale di giorno?
“probabilmente quando la tua mortalità svanirà, diventerai nosferatu a tutti gli effetti; bellissima e senza rimpianti” così dicendo le accarezzò una ciocca di capelli.
“ma come puoi essere così gelido, ora non appartengo a nessuna specie e tu parli di me come se fossi un fenomeno da baraccone!”
“ma lo sei”
“ti odio; altro non ho da dirti”
“e io altro non voglio sentire! Accettati per quello che sei e non rimpiangere ciò che hai perduto, per te , che sei legata al tuo essere mortale, è la cosa più umana che portesti fare, è la cosa, l’ultima cosa che un vampiro può fare di umano: accettarsi, accettare la sua natura, come fà qualsiasi uomo con se stesso e con I suoi simili”
“gli uomini non si accettano, ne accettano I loro simili; mai sentito parlare di guerra ; inerna a se stessi o esterna che sia? Strano nei tuoi 500 anni avresti dovuto…..”
“non osare prendermi in giro piccola strega, non ne hai il diritto, se non fosse per me tu non saresti qui nè come vampiro nè come mortale”
“ma chi ti credi di essere? Sono in grado di cavarmela da sola, dovresti sap-“
“oh si, sapere, che valore ha per te questa parola Asha?”
lei lo guardava con il fuoco negli occhi color ambra, stringeva I denti tanto da poter sentire il suo stesso sangue colarle sul mento; lui la guardava e osservava il mutare di lei, finchè girò le spalle e se ne andò. Asha rimase li a sbollire la rabbia, immobile, eterna, confusa e combattuta tra I suoi 2 modi di essere, tra I suoi 2 mondi.
E così di notte vagava in cerca di prede; mentre di giorno era una ragazza un pò lunatica, ma niente e nessuno avrebbe potuto capire la sua natura.
Ma più il tempo passava più si sentiva vampiro, con una morale, certo, e in fondo -sI diceva- non era peggio di tanta gente. Mortale.
Un giorno mentre era ad una mostra d’arte, con alcuni amici, le venne presentato un ragazzo, pallido, che emenava una strana energia.
Cominciò a studiarlo, a seguirlo, finchè un giorno lui la prese di sprovvista, e si mise a salutarla da un punto dove lei era sicura- non poteva essere vista!!!-
Il giovane non si rivelò un vampiro come lei aveva sperato,
ma risultò comunque essere un particolare tipo i persona,talmente particolare che riusci a solleticare la curiosità e l'attrazione in entrambe le sue nature.
ovviamente lui ignorava la totalità di lei, ma era affascinato cmq.
così durante il giorno si frequentavano e quando calava il sole, stregata dal forte ascendente che aveva su di lei, asha andava a casa del giovane avanti alla sua finestra e lo guardava. lo guardava studiare, ma sopratutto amava guardarlo dormire.
per questo il vampiro suo creatore cominciò a deriderla, poichè è questa la natura del vampiro deridere chi prova sentimenti.
Asha una notte si accorse di spiare mentre a sua volta era spiata. senza nemmemo voltarsi proferì:"chi non muore si rivede, sempre non hai niente di meglio da fare cheguardare me e ridermi alle spalle?"
"avanti cara-rispose- sai bene che il tuo comportamento è ridicolo, come puoi amare un umano!"
"no la domanda vera è: come puoi amare qualcuno che non sia tu?!sii sincero"
"l'altro rimase stupito e non riusci a ripsondere, aggrottando la fronte sparì nel buio"

Nessun commento:

Associazione culturale LA LUNA NEL POZZO

Copyright

ATTENZIONE : le immagini, i disegni e lo scritto editati in questo blog non possono essere utilizzati senza il consenso dell'artista, che ne vieta la riproduzione totale o parziale, senza che gliene sia fatta richiesta e dato l'eventuale consenso.